domenica 13 novembre 2016

Come si prepara la relazione su un esperimento?

Ogni osservazione o scoperta per essere scientifica deve avere un'importante caratteristica: se ripetiamo più volte lo stesso esperimento devo ottenere sempre gli stessi risultati. A questo scopo un ricercatore dopo aver concluso i propri esperimenti deve pubblicare una relazione dove viene illustrato il problema analizzato, le ipotesi proposte, i materiali e gli strumenti utilizzati, i procedimenti impiegati, i dati raccolti e elaborati e le conclusioni raggiunte. Generalmente i ricercatori pubblicano queste relazioni come articoli in riviste internazionali, scritte dunque in lingua inglese, in modo da far sapere agli scienziati di tutto il mondo i risultati dei propri esperimenti. 
Come si scrive una relazione scientifica? Ne abbiamo parlato in classe dopo aver svolto il primo esperimento. In questo articolo riporto le varie sezioni che compongono una relazione scientifica corredando la descrizione di ogni sezione con frammenti di una relazione elaborata da uno di voi (Daniele).

1. Titolo: deve descrivere in modo efficace l'argomento preso in considerazione facendo riferimento allo scopo dell'esperienza e/o alle conclusioni raggiunte.

2. Scopo dell'esperienza: in questa sezione bisogna indicare l'obiettivo che ci siamo posti e/o l'ipotesi da cui siamo partiti.



3. Materiali/strumenti utilizzati: in questa sezione devono essere indicati i materiali e gli strumenti impiegati nell'esperimento.



4. Procedimento: in questa parte della relazione bisogna descrivere in modo accurato tutto ciò che si è fatto. E' importante riportare l'esatta sequenza dell'esperimento, così chi legge l'esperimento avrà un'idea chiara del procedimento eseguito. 



5. Osservazioni, raccolta e elaborazione dati: in questa sezione devono essere riportati i fenomeni osservati, i dati raccolti e l'elaborazione di quest'ultimi (Es: calcolo della media di più misure, grafici). Può essere inoltre utile illustrare l'esperimento e quanto osservato. 





6. Conclusioni: in questa sezione dobbiamo indicare se l'ipotesi di partenza è stata verificata e dopo un'attenta analisi dei dati, le conclusioni alle quali siamo giunti relative al fenomeno studiato.  



 A questo punto rimane solo una domanda a cui rispondere: i miei gatti hanno avuto di nuovo le palline? Ecco la risposta...!









martedì 1 novembre 2016

Scienze, Matematica e Storia - Antiche unità di misura...

Vi ricordate la lezione introduttiva sulle unità di misura?
In classe vi ho raccontato che in estate ho visitato il museo egizio di Torino ed ho scattato alcune fotografie:












Abbiamo dunque ricordato alcune caratteristiche della civiltà egizia, soffermandoci sulle usanze, religione, arte, opere e vita dell'antico egitto.

A colpire la nostra attenzione sono stati alcuni strani utensili presenti in una vetrina del museo ed in particolare uno strano "righello"...






...il cubito (dal latino cubitum, che significa gomito)! Questa era un'unità di misura della lunghezza molto comune in antichità, utilizzata da tutti i popoli del mediterraneo. Ogni città ed ogni popolo aveva però il proprio cubito: quello di Atene misurava 52,5 cm, quello romano era lungo circa 44,73 cm, quello ragale egizio misurava 52.3 cm. Quest'ultimo era diviso in 7 palmi e 28 dita. Esistevano anche dei multipli come la canna che valeva ben 100 cubiti.
Fino al Medioevo il cubito è stato largamente utilizzato, epoca nella quale si è persa l'uniformità nelle misure: ogni paese adottava proprie unità di misura.
Dobbiamo attendere la rivoluzione francese affinché venga adottato il sistema metrico decimale: il metro fu adottato in  Francia nel 1793 e progressivamente venne diffuso negli altri Stati nel corso dell'ottocento.
Era necessario però mostrare a tutti la nuova unità di misura adottata e metterla a confronto con le vecchie unità di misura adottate a livello locale. Molte istituzioni pubbliche affissero delle misure campione nelle facciate dei loro edifici. Un esempio lo troviamo proprio a Pistoia: facendo un giro in Piazza del Duomo si può ammirare sotto il loggiato del Comune un campione di metro paragonato alla vecchia unità di misura adottata nella nostra zona: il doppio braccio toscano!

“DIETRO OGNI PROBLEMA C’È UN’OPPORTUNITÀ” GALILEO GALILEI

Abbiamo parlato in classe della vita di Galileo Galilei, del periodo storico in cui è vissuto e delle grandi scoperte, intuizioni, osservazioni e invenzioni che ci ha lasciato in eredità. Possiamo dire che Galileo Galilei insieme a Keplero sono i padri del pensiero scientifico moderno.
Prima di Galileo il pensiero scientifico era dominato da ciò che aveva affermato Aristotele, filosofo greco vissuto tra il 382 a.C. e il 322 a.C., le cui osservazioni e parole non venivano messe in discussione.
Galileo con le sue osservazioni e i suoi esperimenti ha messo in discussione ciò che affermava Aristotele e ciò che era accettato per fede dalla chiesa.
Per fare un bel ripasso sul metodo scientifico e sulla vita di Galileo Galilei vi segnalo alcuni video:
Cartone animato su Galileo Galilei (stesso autore di “Siamo fatti così”).
Approfondimento “laboratorio di Galileo” (chi vuole può guardarlo fino a 24:40…oltre diventa un po’ troppo complesso per voi!)
Buona visione🙂
gaileo-galilei
Benvenuti nel nostro blog! Ecco svelato il suo nome: “Mateworld” ha raccolto ben 8 preferenze su 39 votanti!
Guardiamo insieme i risultati delle “elezioni del nome” rappresentati in un ortogrammarealizzato con Excel (foglio elettronico):
grafico-nome-blog
Non c’è nessun dubbio: “Mateworld” è la moda in questa distribuzione di frequenze.
Ma facciamo un passo oltre e osserviamo le percentuali dei voti ottenuti da ciascun nome proposto. Stavolta ho rappresentato i dati attraverso un areogramma a settori circolari:
areogramma
“Mateworld” ha ottenuto il 21% di voti…possiamo dire che circa uno su cinque ha votato questo nome!
Il segreto del successo del nome “Mateworld”? Un numero limitato di caratteri e un nome legato a ciò che noi abbiamo intenzione di fare: esplorare il favoloso mondo delle Matematica!
E le Scienze? Niente paura, c’è spazio anche per loro!
Buona navigazione ragazzi!